La mappatura genetica dei popoli sub-sahariani sottolinea la ricchezza della diversità.
Il più grande studio fin ora realizzato sulla diversità genetica africana ha gettato nuova luce sugli antichi flussi migratori umani e offre agli scienziati una ricca risorsa per lo sviluppo di migliori trattamenti medici.
Dal momento che il genoma umano è stato mappato per la prima volta dieci anni fa, ci sono stati progressi significativi nella comprensione di come la variazione genetica influenzi la suscettibilità e la resistenza delle persone alle malattie, ma sino ad oggi la maggior parte di questo lavoro è stato svolto in Europa e negli Stati Uniti.
“Dal momento che gli africani sono la popolazione maggiormente diversa geneticamente nel mondo, la ricerca ha il potenziale per contribuire ad una comprensione molto più sfumata dell’interazione tra genetica, ambiente e le malattie e ha implicazioni oltre i confini del continente”, ha dichiarato Raj Ramesar, professore di genetica umana presso l'Università di Città del Capo.
E pensare che per tanti, ancora troppi, gli africani sembrano tutti uguali…
Qui l’intero articolo di Tamar Kahn
Il più grande studio fin ora realizzato sulla diversità genetica africana ha gettato nuova luce sugli antichi flussi migratori umani e offre agli scienziati una ricca risorsa per lo sviluppo di migliori trattamenti medici.
Dal momento che il genoma umano è stato mappato per la prima volta dieci anni fa, ci sono stati progressi significativi nella comprensione di come la variazione genetica influenzi la suscettibilità e la resistenza delle persone alle malattie, ma sino ad oggi la maggior parte di questo lavoro è stato svolto in Europa e negli Stati Uniti.
“Dal momento che gli africani sono la popolazione maggiormente diversa geneticamente nel mondo, la ricerca ha il potenziale per contribuire ad una comprensione molto più sfumata dell’interazione tra genetica, ambiente e le malattie e ha implicazioni oltre i confini del continente”, ha dichiarato Raj Ramesar, professore di genetica umana presso l'Università di Città del Capo.
E pensare che per tanti, ancora troppi, gli africani sembrano tutti uguali…
Qui l’intero articolo di Tamar Kahn