Bambini e genitori non sono mattoni , come quelli di un muro, che puoi tirar su e poi buttar giù, e dopo innalzar di nuovo, a seconda dell’ennesimo delirante tweet del momento, che puoi sputare tra i denti e un attimo più tardi attribuire a un fantomatico portavoce espiatorio, giustificare come il sempre utile fraintendimento. O, al meglio, cancellare. Genitori e bambini non sono un gruppo di azioni , che puoi dividere e vendere in differenti mercati, per poi fondere in una novella impresa e, qualora la Borsa lo esiga, frantumare tutto e cercare di non finire in perdita. Bambini e genitori non sono quelle maledette armi , da smontare e rimontare religiosamente, al netto di pulirne e oliarne a dovere le componenti. Genitori e bambini non sono neppure le parti di perenne monologo da campagna presidenziale, da disunire sistematicamente tra esse e soprattutto da ogni sorta di contesto, per poi riammucchiarle alla rinfusa, affinché nulla si capisca e l’ottuso grido si senta ovunque.
Laboratorio di teatro narrazione di Alessandro Ghebreigziabiher e Cecilia Moreschi