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Teatro e Logopedia: attenzione al prossimo

Oggi ho lavorato in gruppo con una bambina affetta da disturbi dell'attenzione e iperattività, associati
a difficoltà nella coordinazione. Anche solo sostenere una conversazione diventa per lei molto arduo. Allora le dico che per il 2014 abbiamo un nuovo obiettivo: ascoltare gli altri.
A questo proposito la invito a fare una domanda a ciascuno dei suoi compagni, guardando negli occhi colui che risponde. Poi la incoraggio a ripetere cosa quest’ultimo ha detto (l'argomento era i regali di Natale) sforzandosi di ricordare più elementi possibili della frase. Solo dopo essersi impegnata nel chiedere, ascoltare e ripetere i regali di tutti può raccontarci i suoi (inutile dire che scalpitava fin dal primo momento per farlo) come una sorta di premio per la dedizione messa in gioco fino a quel momento.
A questo punto facciamo un esercizio per aumentare il livello di attenzione tramite il mantenere lo sguardo su uno stesso oggetto finché si arrivi a toccare il medesimo. Lo sguardo della bimba vaga per tutta la stanza, incapace di fermarsi su una singola cosa. Riproviamo più volte, allorché propongo che tutti, colleghe e colleghi logopedisti compresi, di fermarci e ricominciare da capo se uno solo tra noi non mantiene fisso lo sguardo. Sbaglio io per prima volutamente un paio di volte e ironizzo sui miei errori. Poi faccio ad alta voce tale considerazione: ”Cavolo, se non facciamo per bene, se non stiamo attenti, faremo questo esercizio fino a stasera…”
Così, invito tutti a metterci più impegno, così poi possiamo tornare a casa.
Finalmente la bambina ci mette il giusto impegno e porta a termine l'esercizio.
Al di là dei propri disturbi, la giusta motivazione ci fa compiere passi da giganti. E insistere sempre sul guardare gli altri, ascoltarli, forse ci farà essere persone migliori. Credo sia fondamentale specialmente in questo paese, in cui molti bambini sembrano patire uno spropositato egocentrismo, che si protrae molto più del tempo accettabile e che fa credere loro di essere il centro dell'universo.
Ovviamente, è di noi adulti la colpevole responsabilità.
Nonché pesante eredità sotto forma di diseducativi esempi.
Buon inizio di 2014!

Cecilia Moreschi 

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