
Il cliente di siffatto viaggio nell’inferno altrui vi entrava per alimentarne fiamme e ferite a suo personale godimento, azzannava carne viva come se fosse stata materia virtuale, con la malata illusione di essere su una specie di ottovolante, ovvero immerso in un video gioco, dove nessuno si fa male e al game over puoi vantarti con gli amici del record raggiunto.
Era un gioco, veniva considerato alla stregua di un passatempo, il lento maciullare di anime.
E se questo accade in vita, laddove esista davvero, non oso pensare cosa sarà l’Ade per i colpevoli di tanto.
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