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Teatro e Logopedia: drammatizzare il disagio

Giorni fa avevo un'ora di teatro terapia con una giovane affetta da ritardo mentale, al quale nel tempo si è aggiunto un disagio di tipo psicologico, con isolamento, comportamenti ossessivi e aggressivi.
Di solito il suo disagio nasce da esperienze vissute che non ha ben compreso o non è riuscita a decodificare.
Pertanto ho iniziato chiedendole di raccontarmi come avesse trascorso gli ultimi giorni, la scuola e così via.
Tra le altre cose, mi ha narrato di un episodio in classe che l’aveva turbata.
Così, ho colto l'occasione per improvvisare con lei e una collega una scena in grado di drammatizzare l’evento angosciante.
La ragazza è stata entusiasta di questa idea, fungendo in pratica da regista sul campo, indicando personaggi e ruoli.
Dopo una prima scena, l’ho esortata a giocare con le parti, così da provare tutti i personaggi e le emozioni corrispondenti.
Ho lasciato con estrema pazienza che guardasse e gestisse il tutto e solo in un secondo momento l’ho invitata a raccontarmi cosa avesse compreso della scena e quale sensazioni le suscitasse.
Al termine dell'ora la giovane era molto più ciarliera di quando fosse entrata nella stanza e, soprattutto, mostrava un inconfondibile sorriso.
Anche il suo stato emotivo ha pertanto beneficiato dell'ora di teatro.

Cecilia Moreschi

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