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Teatro e Logopedia: i compiti di scuola

Ho lavorato qualche giorno fa con un gruppetto di ragazzini con disturbi dell’udito molto carini e simpatici.
Sono entrata in stanza e ho trovato una di loro in lacrime. Non aveva finito i compiti per le vacanze e la maestra glieli aveva assegnati di nuovo, tra cui il seguente: leggere e riassumere uno dei racconti di Marcovaldo, di Italo Calvino.
La bambina non riesce a capirlo, il linguaggio che il geniale autore usa è per lei troppo difficile da comprendere, continua a piangere, non vuole farlo assolutamente.
Avevo preparato tutt'altro programma da fare con loro, ma in quel momento la cosa più importante era farle tornare il sorriso, quindi le ho detto di non preoccuparsi, che io il libro lo conosco benissimo e che avremmo potuto recitarlo.
Le ho ricordato quant'è brava a recitare, addirittura ricorda perfettamente tutta la propria scena dello spettacolo dell’anno scorso, in breve, ho cercato di aumentare la sua auto stima.
In pochi minuti ho letto il racconto e l’ho narrato agli altri, che subito hanno accettato di drammatizzarlo insieme, così abbiamo scelto i personaggi.
La bimba si è lasciata trasportare dall'entusiasmo e si è proposta lei stessa per la parte di Domitilla, la moglie di Marcovaldo.
Ho coinvolto anche le colleghe a rappresentare i personaggi che mancavano, e tutti ci siamo messi a "giocare" al teatro, improvvisando il racconto, aggiungendo frasi e facce buffe e recitando tutta la storia.
La piccola ha riso, applaudendo i propri compagni, le è sparita la tristezza e il senso di impotenza che le dava il libro. Alla fine dell'ora mi ha salutato raggiante.
Con la drammatizzazione siamo riusciti anche a fare i compiti di scuola.

Cecilia Moreschi

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