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Teatro e Logopedia: la nuova arrivata e il nuovo insegnante

Ieri pomeriggio, nel gruppo mi sono ritrovata con alcuni bambini delle elementari.
Ad un tratto è giunta una nuova bimba, un poco più piccola di loro, ma la sua terapista mi ha chiesto di fare una prova per inserirla nel lab di teatro, visto che ha molte difficoltà a concentrarsi, gestire il corpo ed ascoltare.
Bene, ho pensato, è un'occasione per gli altri di fare una nuova amicizia. E visto che uno di loro, il più grande, tende a relazionarsi poco con gli altri e preferisce il contatto con l'adulto, ho lasciato che lui gestisse il gruppo: gli ho spiegato quale fosse l'esercizio da fare (camminate nella stanza con gli stop e successivamente con diverse modalità) e lui avrebbe dovuto dare il via, fermare, fare domande a tutti, ecc.
Il novello insegnante è stato contento della cosa, poiché si sentiva un po' il regista, ha parlato con tutti spesso per chiedere loro cos'avessero immaginato di volta in volta, ha dato sfogo alla sua creatività facendoci muovere come se avessimo perso un oggetto, come se fossimo burattini (e poi chiedeva a ciascuno quale burattino fosse) come se fossimo maschere di carnevale. Insomma, ha avuto inizio una possibile carriera nel teatro, ecco.
Il tutto in un clima allegro e divertente, in cui il nostro non ha mai agito da leader autoritario, bensì semplicemente come un compagno autorevole, che conosceva già quei giochi perché li aveva fatti tante volte e che quindi aveva più esperienza degli altri.
La piccola nuova arrivata ha partecipato con grande attenzione, i maschietti rimasti hanno messo in gioco la loro simpatia e creatività. E noi terapiste abbiamo giocato con loro ma rimanendo in disparte, lasciando ai bambini tutto lo spazio, l'essere pienamente protagonisti.

Cecilia Moreschi

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